Statuto

Indice articoli

Stralcio all. B esplicativo all'Atto Costitutivo e Statuto

FONDAZIONE CASA SOLIDALE DOPO DI NOI O.N.L.U.S.

PER LA DOMICILIARITA’ DI TIPO SOLIDALE AREA SALUTE MENTALE – DISAGIO PSICHICO PER PERSONE ORFANE E/O PRIVE DI RIFERIMENTI FAMILIARI

PREMESSA

Un paese in guerra

La problematica che investe il paziente psichiatrico cronico è di una complessità unica nel suo genere in quanto tocca tutti gli aspetti esistenziali delle figure coinvolte e a ciascun dal suo punto di vista: se da un lato ci sono persone scienti che pensano, calcolano, progettano… , dall’altro c’è una persona, un tantalo in lotta coi suoi fantasmi, lì a zittire voci turpi, urla, insulti; a schivare colpi e pericoli, agguati; ad osservare effetti devastanti inimmaginabili sul suo corpo e su quello degli altri; il suo vissuto è come un incubo perenne che gli dura una vita e non ci si sveglia mai… Come per tutti, ci sono gli alti e i bassi, varie modulazioni del sentire, ma permane il vissuto dei ricordi che rincorrono la persona ammalata come un nido di vespe che vogliono prendere il posto del suo cuore e rubargli l’anima.

Noi che pensiamo, calcoliamo, progettiamo… , dovremmo considerare l’ammalato psichiatrico come un territorio in guerra e portargli rispetto come ad un campo minato. ’E un paese in guerra contro se stesso che non fa male a nessuno e non può colpire perché non vede gli altri, rinchiuso nei propri confini in una perenne guerra civile. Questo paese è solo, lontano non esiste neanche per se stesso. Non vede la neve, non sente la pioggia, neanche le macchine per strada ed i semafori; non avverte lo sporco, le stagioni, le coperte che gli cadono dal letto e resta al gelo, sudato nel suoi pensieri ad attorcigliarsi nelle lenzuola quando ci sono…

Noi che siamo capaci anche di volere bene, se questa deflagrazione ha sconquassato la nostra casa le proviamo tutte: le preghiere, gli esorcismi, gli ospedali specializzati, psicoterapeuti, medici, … , alla fine, soli e se forti di speranza, veniamo risucchiati dal vortice che ci trascina nella mischia della guerra accanto a “lui” a combattere i suoi fantasmi; gli batti la mano, lo riscaldi con un abbraccio, lo contieni con una stretta, … , con martellamenti ripetuti all’infinito, come a voler scolpire una statua dalla pietra, di cui non si riesce mai ad abbozzare la testa. Poi… una sillaba… la statua risponde. E si comincia da lì.

Dove si parla molto non si sa quello che si dice… e con questo in sintesi si vuol condensare rispettosamente l’aspetto più carente della psichiatria, ovvero l’assenza aldilà delle varie teorie di un fondamento scientifico certo sull’eziologia, la patogenesi, la terapia sia farmacologica sia psicoterapeutica delle malattie trattate benché si debba riconoscerne gli estenuanti sforzi delle ricerche ed alcune incoraggianti prospettive che si profilano nel tempo a venire.

 

FINALITA’ ISTITUZIONALI DELLA FONDAZIONE

LA STORIA CHE NON HA INSEGNATO NIENTE

Dai manicomi ai minicomi

Una volta c’erano i manicomi… Oggi, così come i lager, inorridiscono in vecchie, gelide, grigie foto, film. Sappiamo. Poi venne Basaglia e si capì che la follia apparteneva all’uomo e che questi ha una dignità... Si chiusero i manicomi e si regolamentò il Trattamento Sanitario Obbligatorio con la Legge n.180 del 1978 e con la Legge 833 dello stesso anno, qua e là, nel disorientamento generale, qualche Regione cominciò a istituire servizi territoriali, i Centri di Igiene Mentale. Fu così che venne spostato il problema assistenziale nelle famiglie che vennero sempre più incatenate ad una drammatica situazione clinica e ad un’assistenza attenta e continua, senza pause, estenuante. Le famiglie erano logorate dal confronto ossessivo con un’esistenza delirante, senza sostegni, prive di strumenti, di  capacità… Finalmente con i progetti obiettivo per la tutela della salute mentale 1994 e progetto obiettivo 1998/2000 si pervenne all’attuale sistema assistenziale psichiatrico: in sintesi il primo progetto istituiva il dipartimento di salute mentale, strutturato come di seguito;

  • Centri di salute mentale e ambulatori per assistenza territoriale e domiciliare;
  • p.d.c e day hospital per assistenza in regime di ricovero;
  • Centri diurni per interventi socio-riabilitativi in regime semiresidenziale;
  • Strutture residenziali per interventi terapeutico-riabilitativi in regime residenziale, divise in comunità ad alta,media e bassa protezione in base al tempo necessario per gli interventi riabilitativi.

 Il progetto obiettivo 1998/2000 precisò le finalità che il d.s.m. deve perseguire:

  • progetti di ricostruzione del tessuto relazionale, sociale ed affettivo della persona con disturbi mentali con la presa in carico in collaborazione con associazioni, familiari, volontariato e servizi sanitari e sociali;
  • coinvolgimento della famiglia nella formulazione e attuazione del piano terapeutico-riabilitativo volontario;
  • recuperare utenti gravi;
  • sostenere la nascita di gruppi di auto aiuto e cooperative sociali che favoriscano l’inserimento lavorativo;
  • promuovere informazione sui disturbi mentali gravi per diminuire pregiudizi e incoraggiare solidarietà;
  • dotarsi di un sistema informativo-carta dei servizi e procedere alla valutazione di qualità.

Sembrerebbe che non manchi niente, il centro… le presa in carico… il piano terapeutico individuale… l’ascolto della famiglia… l’auto aiuto… carta servizi… qualità… volontariato… servizi sanitari e sociali… lotta ai pregiudizi… solidarietà…, ma a distanza di decenni si è aggiunto un altro e ancora un altro, tanti "diversi", perduti sulle strade e nelle famiglie.

La piena delle parole e delle belle intenzioni, dei piani sembra crescere ancora oggi; modifiche, proposte, disegni… ma, …ma nelle famiglie elette resta una disperata, dignitosa rassegnazione ad un fiacco fai da te in assoluto isolamento: un minicomio .

Chi è a terra caduto va aiutato e non aspettare che sia lui ad andare al Pronto Soccorso.

Se da un lato si assiste in più Regioni ad un proliferare di Associazioni, di Cooperative, di Residenze Sanitarie Assistite, Istituti, dall’altro cresce la sfiducia nelle stesse per quanto più spesso riportano le cronache giornaliere relativamente a violenze, maltrattamenti, segregazioni a cui vengono sottoposti i "DIVERSAMENTE DIVERSI", quelle pazze persone senza anima che non reagiscono mai.

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